sabato 24 gennaio 2009

grazie andrea

alto più di due metri e con le mani immense. gli occhi sinceri. la voglia di scoprire nuove strade. la voglia di cambiare. sentire tutto vero, seppure surreale. le parole che scorrono. e il barone che diventa accogliente, le persone sincere. un bicchiere di vino che non ti aspettavi. fuori piove. ma qui il sole splende e mi corrode le ultime energie che ho messo da parte per potermi presentare al meglio, per parlare bene. invece le finisco nel traffico le energie e in quel non luogo resto solo con tutta la fatica del giorno e la voglia di fare. di camminare. di proseguire. come non mi sarei mai aspettato. una piacevole sorpresa, un bel mondo. la voglia di fare e fare bene. sembrano inezie certe cose, invece pesano come macigni. Munari e Scampia che non sono interferenze per le parole, ma collante per allargare il mare. un sms, una risposta in tempo reale. un metodo di lavoro che ci accomuna, crederci ed esserci. coi bambini, con me. e ti ringrazio, anche se non mi leggerai.

5 commenti:

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  2. Le pareti grafoassorbenti di questa stanza si sono (leggermente) tinte di sole. bene.
    Andrea alto 2 metri. Andrea alto 2 metri Munari e Scampia. Forse Andrea è architetto. Lo era anche mio padre: architetto, di nome Andrea. Tra vari Scampia se sei vero non puoi che diventare surreale (come lui).

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  3. Andrea non è architetto, nè padre, ma potrebbe esserlo.
    Munari è il Bruno più o meno conosciuto. artista e inventore di macchine inutili, nonchè di lezioni ormai archiviate presso uno splendido museo di arte contemporanea che un tempo era privilegio italiano e luogo raro e di prestigio. mentre adesso l intonaco cade a pezzi e la nostalgia sormonta ogni centimetro delle pareti. la meraviglia di una città morta dopo il boom degli anni 80. Diaframma e Litfiba su tutti...tutto ciò che poteva decadere è decaduto, adesso aspettano di raccogliere i resti, con me che suono nei cantieri abbandonati e improvviso concerti nei parcheggi per scambisti, tra puttane e travestiti che si litigano il posto e cavalieri metropolitani con braccia trasparenti che giocano a dai con la loro vita e con la paura dell aiddiesse.
    sembrano ponti che si smembrano al passare delle metropolitane queste connessione improvvise. dai giovani a rischio a Scampia. piazza dello spaccio, rifugio per i tossici, luogo della perdizione, meta per gli alchemici che cercano nuove vite con sostanze stupefacenti. ma ho trovato molti, moltissimi, bambini-soldato. donne costrette a tenere segreti ingombranti in casolari affranti dal tempo e dai maltrattamenti. cancelli di ferro con ferite a forma di zero, chi più chi meno, che sembrano cieli stellati in una notte assoluta e assurda, se il sole ci batte contro e tu guardi dalla parte opposta. bambini che giocano a fare Maradona e tanti, tantissimi, uomini buoni che si allacciano abusivamente ai cavi elettrici, con caldaie che non rispondono più ai comandi e armi da fuoco al posto delle carte da gioco. il cartello boliviano. l ossigeno. le fattucchiere. i poliziotti che non entrano se non sono autorizzati. lo stato e l antistato. la voglia di vivere e la capacità di sopravvivere. trovo tutto splendidamente assurdo. fascini surreali. intanto in qualche scantinato girano film porno amatoriali con telefonini all ultima moda e star che posano per ricariche dei cellulari, e hanno 12 anni. e fanno le cameriere per i bassotti, le reginette delle tivù locali e la voglia di ricominciare.
    sento freddo mentre scrivo, lo stesso di quando ero lì, con le mani consumate e il sangue a pochi metri dai miei piedi. altari per gli ignoti, urla blasfeme contro ignoti. il passo è breve. ma la strada lunghissima.
    in marcia allora, che i centri sociali oppongono resistenza, organizzano concerti per strada, bloccando un traffico interminabile e malinconie irraggiungibili. fanno cultura. e nessuno qui uccide. qui fuori. perchè la musica `collante per le sensazioni, anche quelle scaricate clandestinamente o quelle rivendute sui marciapiedi lunari. vele di cemento e colle der formento. Scampia-Roma con un semplice cambio di traccia su un ciddì masterizzato.

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  4. canta forte però. così da far oscillare gli ultimi pezzi di cemento, fino a farli sbriciolare. poi vengono le macchine a spianare, forse ricresce l'erba e se va bene l'uomo torna scimmia.

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  5. lo leggo solo ora...... ma è bellissimo...grazie..ops una lacrima....

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