e l'ha detto anche feisbuc.
domenica 22 novembre 2009
basta finestre.
meglio nuvole blu.
e così abbiamo preso il polistirolo trovato nell'aula da disegno e abbiamo iniziato a sagomalo. senza nemmeno tracciare una traiettoria da seguire con un lapis. dei pazzi. si. perché il materiale era poco e il tempo pure. quindi abbiamo, come dire, ottimizzato. ed è uscito un bel lavoro...i bambini entusiasti, con gli occhi a cuore stile gattino di shrek. ecco. nel registrare il disco abbiamo usato lo stesso imprinting, soprattutto per la voce. volevamo mantenere una certa genuinità. quello che siamo. ponendo una cura preziosa verso le sonorità e gli ambienti, ma senza destrutturare la voce. computerizzarla. manipolarla. altrimenti non saremmo stati più noi, ma un prodotto fasullo. perché la forma delle nuvole si dissolve e si rigenera ogni giorno, senza il bisogno di un agente esterno artefatto. non credo che gli angeli (o chi per loro) manipolino troppo le nuvole. magari le lasciano ai loro figli, per giocarci, come fanno i bambini con la plastilina. avete presente i bambini quelli piccoli? ecco, quelli...che strizzano il materiale colorato per sentire l'effetto di dissolvenza tra le dita. Giovanni è uno di loro. è un bambino speciale perché si mostra poco, ma quando c'è si sente. si avverte la sua presenza. è un bambino colorato, direi io...di quelli che portano l'arcobaleno dentro. e lo lasciano scivolare sotto la porta, come con le letterine di scuse dopo i litigi tra fratelli. ecco, le lasciano scivolare sotto la porta e riempiono la stanza di parole cromatiche fantastiche.
Giovannino sei un MITO!!!
come back soon...ti s'aspetta a braccia aperte :)
in questo preferiamo le nuvole alle finestre.
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la biciletta...
oggi, se dalle vostre parti è un bel giorno.
col sole appeso con un certo stile da qualche Dio distratto.
ecco, oggi, prendete la bicicletta e andate a fare un giro.
che è bellissimo scoprire che l'aria è invernale ma non troppo.
che nonostante tutto questo sole riscalda.
che il mondo, a volte, gira dalla parte giusta.
ecco.
questo è bello.
buona biciclettata a tutti!!!
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recording sessions...UICT(x2)
dedichiamo queste giornate colme di tempera blu e pareti da decorare anche alle registrazioni. fare tutto in casa, da soli, senza navigatori e bluetooth emotivi è bellissimo. sembra di lavorare a qualcosa di troppo nostro per essere interferito da un terzo che non avrebbe senso di esistere. e lasciamo la porta socchiusa solo a chi ci conosce già e riesce ad entrare nel nostro mondo con rispetto. incidere una frase ha un senso amplificato quando finisce su un supporto.
perché vuol dire mettersi a nudo e aspettare le sferragliate di chi non avrà pietà per le nostre emozioni. darle in pasto, in qualche modo, a chi non può condividere tutto quello che siamo. e riesce a ragionare solo per stereotipi. ebbene, sarà un piacere rovesciare gli stereotipi e i vestiti che fino ad ora ci hanno voluto cucire addosso, senza percepire quale fosse la vera essenza.
è bello...si...poter stupire e, in qualche modo destabilizzare.
ma siamo incoerente, ve l'avevamo già detto.
grazie a Monia per l'aiuto e i consigli preziosi. grazie a Scilla. grazie a chi, anche nella lontananza fisica, ci continua a stare vicino Yle, Ale, Marti, EuGenio&Love e Diego&Family. grazia a Sonia, Vale, Ginez, Gianna, Giada, Giando, Fabio e la Bige che nel quotidiano aiutano ad evitare un Burnout in perenne escalescion. grazie al Miele&Limone. grazie a Lele, Mirko, Ale e tutti i bambini che ogni giorno aiutano a migliorare il mondo, a loro modo.
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dettagli marginali...
ho proposto ai miei bambini di terza elementare di disegnare su un foglio qualcosa di piccolo che stesse loro a cuore. oltre ai soliti, imbarazzanti, nintendo diesse, ho scoperto che molti maschietti hanno ancora a cuore i peluche...
e mi sono commosso.
i peluche sono nervi scoperti di infanzie meravigliose, dedite al sogno e alle coccole. bellissime. tutto quello di cui avrebbero bisogno questi meravigliosi bambini della generazione pleistescion...
allora facciamoci sentire e aiutiamoli a capire che sono i nostri figli la rivoluzione
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giovedì 30 luglio 2009
conversazione con A.
e mi rendo conto che non ho ancora dis-imparato a piangere.
smetto e singhiozzo. un bambino di nove anni mi telefona al cellulare.
"maestro che fai?"
"sono tornato da poco a casa"
"ammazza che voce hai, hai il raffreddore?"
"...diciamo di si..."
"maestro ti devi riposare, che poi non sei in forma e non ti vuole nessuno"
- pausa -
"maestro, dimmi una cosa...ma hai trovato la fidanzata?"
"no..ma sono innamorato!"
"maestro devi venire a farti i capelli dalla mia mamma, che poi la trovi di sicuro"
"ok..."
- pausa -
"un ultima cosa, maestro...magari se ti compri anche la camicia della Polo, sai quella col cavallino?"
"si..."
"ecco, con quella la trovi di sicuro."
"non c´ho soldi per comprarla..."
"allora lascia perdere, ma non dire che non ti avevo avvisato!"
"ok, grazie..."
- pausa -
"ah,una cosa..mi raccomando cambia anche la macchina, oppure lava la tua!!!"
"ciao, cacchetta..ti vengo a trovare un giorno di questi."
"si dai! andiamo a prendere un gelato al sottozero!!! ciao maestro, ti voglio bene"
"ciao, buona giornata"
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giovedì pomeriggio - Uno che sono due.
raccolgo gli indumenti che ho sparso per la casa. nudo. sudo e sento freddo. le mani mi tremano mentre il respiro diventa via via più pesante, irritato, affannato, scomposto. la cassa toracica sembra lo scheletro di una fabbrica desolata dove si svolge un rave abusivo. si muove. senza una cadenza regolare e resta in bilico, pur di non cadere. le istanze comunali del mio amore hanno messo sigilli alla zona industriale delle paranoie. gli impiegati sono stati trasferiti tutti nella fabbrica di cioccolato del signor Wonka, Willy Wonka.
ho voglia di bermi un bicchiere di vino con le tue mani che mi cingono la vita, mentre passeggiamo per il parco che hanno da poco rimesso in sesto. con un figlio dagli occhi che sembrano perle stralunate gettate verso il cielo. un bimbo che corre e sbraita parole sconnesse, inventate. col pannolone che fa delle gambe, due fuscelli cicciotti troppo distanti per essere naturali. cerco le tue intemperie nei miei cieli disastrati dal nucleare che sono le tue paure, e la mia paura di perderti si dirige obliqua verso le mie labbra. e srotolo parole sconnesse sulla tua schiena.
vorrei disegnarti la mappa del tesoro del mio forziere prezioso con la lingua, sulla tua schiena. che è abbastanza grande per accogliermi. abbastanza forte per sostenermi. troppo piccola per fare da scudo ad entrambi. e ti abbraccio. che nella bufera ti tengo a me. sempre.
non dobbiamo pensarla sempre uguale.
ma quando succede è tutto più facile.
mix micidiale? no grazie.
vita essenziale...
Uno. che poi è la somma di due.
amore immerso nel cloro.
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